Serie B: sarà una battaglia all'ultimo respiro
Il Frosinone in fuga e il ritorno di Palermo e Venezia
In questo momento vola alto lo splendido Frosinone di Alvini, in fuga a +4 sul terzo posto. Intanto, si registra il prepotente ritorno in quota di Palermo e Venezia, guidate da due specialisti del salto in alto nel massimo torneo del calibro di Filippo Inzaghi (ha portato in A il Pisa dopo 34 anni; tagliò il traguardo con 7 giornate d’anticipo alla guida del Benevento dei record; riportò il Venezia dalla C alla B, sfiorando la A nei playoff) e di Giovanni Stroppa (memorabili gli exploit con il Crotone, il Monza e la Cremonese).
La classifica affollata e la battaglia continua
Epperò, non bisogna dimenticare che, lasciata alle spalle la sedicesima giornata, non siamo nemmeno arrivati a metà del cammino. La storia insegna: in Serie A andranno direttamente le prime due più resilienti in un lotto terribilmente ambizioso. La bagarre non finisce mai, basti dare un’occhiata alla classifica:
- Frosinone 34 punti
- Monza 31
- Cesena 30
- Venezia, Palermo e Modena 29
- Catanzaro, 24
- Juve Stabia 22.
Le campagne acquisti condotte in estate, il rango degli allenatori, l’organizzazione delle rispettive società, l’appoggio incondizionato delle tifoserie: questi fattori alla vigilia della stagione avevano indicato quali favorite Frosinone, Monza, Venezia e Palermo. La classifica attuale rispecchia i pronostici.
I campani delimitano la zona playoff, ma, alle loro spalle, premono sull’ottavo posto 5 squadre racchiuse nel fazzoletto di 2 punti:
Padova 21; Empoli, Reggiana e Avellino 20; Carrarese 19.
Il campionato degli italiani
Con scelta felice, la Lega di Serie B ha ribattezzato “il campionato degli italiani” un torneo sempre più importante e decisamente nazionalpopolare. Allinea tre squadre liguri (Entella, Sampdoria e Spezia); due lombarde (Mantova e Monza); due venete (Padova e Venezia); due emiliane (Reggiana e Modena); due toscane (Carrarese ed Empoli); una romagnola (Cesena); due campane (Avellino e Juve Stabia); un’abruzzese (Pescara); una laziale (Frosinone); una pugliese (Bari); una calabrese (Catanzaro); un’altoatesina (Südtirol) e una siciliana (Palermo).
Le sorprese Cesena e Bari
L’attrazione della B risiede anche nella capacità di valorizzare la squadra che in Inghilterra chiamano “underdog”, sulla carta la meno accreditata come lo splendido Cesena, ritornato in B nel 2024 dopo sei anni di assenza e sospinto dall’entusiasmo di una piazza che non vede l’ora di rinverdire i fasti bianconeri dei 13 campionati in Serie A, il cui zenit fu il sesto posto nella classifica finale della stagione 1975-76.
Al contrario, diverso e malinconico si fa il discorso che riguarda il Bari, club che appartiene di diritto alla storia del nostro calcio (30 campionati in Serie A, l’ultimo nel 2010/2011) e, ciononostante, malauguratamente incapace di ritrovarne il senso di appartenenza. L’andamento dei biancorossi è stato inversamente proporzionale a quello del Napoli: acquistato dalla famiglia De Laurentiis il 31 luglio 2018, il Bari è ripartito dalla Serie D, è stato promosso in C nel 2018, è ritornato in B nel 2022, ma, dopo avere perso nel 2023 la finale dei playoff A contro il Cagliari di Claudio Ranieri, è piombato in una spirale negativa, della quale è tuttora prigioniero. Fa fede la girandola degli allenatori negli ultimi due anni solari: Mignani, Pasquale Marino, Iachini, Giampaolo, Longo, Caserta e Vivarini. Tanti. Troppi. E molte cose si spiegano.
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