Effetto Percassi, così la Dea Atalanta corre sempre più lontano

Venerdì 17 ottobre 2025, l’Atalanta compie 118 anni, ma non è mai stata così bene. Per festeggiarla, a Bergamo si radunerà una moltitudine sul piazzale della NewBalance Arena antistante la Curva Sud intitolata a Piermario Morosini. Lì verrà scoperta la statua che celebra la storica conquista dell’Europa League, Dublino, addì 22 maggio 2024. Per erigerla, oltre quindicimila tifosi si sono autotassati e anche qui si capisce perché i bergamaschi non dicano: “Vado allo stadio”, ma: “Vado all’Atalanta”, legati alla squadra del cuore da un legame di cemento armato.
L’età dell’oro
4 giugno 2010, Antonio Percassi, classe 1953, già stopper e capitano dell’Atalanta nel cui vivaio è cresciuto insieme con il grande amico Gaetano Scirea, ridiventa presidente della società, dopo esserlo stato dal ’90 al ’94. Sono trascorsi sedici anni durante i quali il signore nato a Clusone, Valle Seriana, è diventato uno dei più grandi imprenditori italiani (il suo Gruppo conta 9 mila dipendenti in 19 Paesi; nel 2024 ha registrato un utile netto record di 760 milioni di euro; secondo Forbes, l’anno scorso il suo patrimonio stimato ammonta a 1,6 miliardi di dollari). Quel giorno di giugno vede l’alba la rivoluzione che ha portato la società e la squadra nell’Età dell’Oro, in una dimensione di assoluto livello internazionale, certificata dal trionfo in Irlanda nella competizione Uefa, dalle cinque qualificazioni alla Champions League e dalle quattro campagne in Europa League nell’arco degli ultimi sette anni; la finale di Supercoppa Uefa con il Real Madrid.
Sette anni fa, la Dea stazionava al n.104 del ranking Uefa; oggi è in posizione n.17, l’Inter è al n.3, la Roma al n.14, il Milan al n.22, la Fiorentina al n.23, la Juve al n.27, il Napoli e la Lazio ex aequo al n.31, il Bologna al n.98. Altro che regina delle provinciali, come la Bergamasca Calcio veniva chiamata, contando 64 partecipazioni alla Serie A a girone unico ed essendo la squadra con il maggior numero di presenze nel massimo campionato, sia fra quelle che non rappresentano capoluoghi di regione sia fra quelle che non hanno mai vinto lo scudetto. Il club, inoltre, detiene il record assoluto di promozioni nella massima serie e, alla pari con il Genoa, è quello che ha vinto più volte un campionato cadetto.
Oggi l’Atalanta vive in una dimensione sempre più globale, forte della solidissima partnership con Stephen Gerard Pagliuca, 70 anni, americano, copresidente di Bain Capital, uno dei più importanti fondi d’investimento che gestisce circa 200 miliardi di dollari di capitali; comproprietario dei Boston Celtics e, dal febbraio 2022, copresidente dell’Atalanta. Contrariamente ad altre proprietà straniere, Pagliuca ha avuto la saggezza di confidare nel management percassiano e la sua lungimiranza viene premiata dai risultati..
Il Mago e il Delfino
La prima decisione che Percassi prende, appena rimesso piede a Zingonia è confermare Fermo detto Mino Favini capo del settore giovanile. Mino, scomparso nel 2019 a 83 anni, è stato il più grande rabdomante di talenti del calcio italiano. A Como ha lanciato Vierchowod, Fusi, Maccoppi, Enrico Annoni, Paolo Annoni, Invernizzi, Galia, Simone, Pedone, Notaristefano, Andrea Fortunato, De Ascentis, Luigi Sala, Borgonovo, Fontolan, Todesco, Giacomo Gattuso, Colauto, Garlini, Simone Braglia, Bosaglia, Didoné, Matteoli, Scanziani, Zambrotta. A Bergamo, sono stati tutti figli suoi Morfeo, Tacchinardi, Donati, Zauri, i gemelli Cristian e Damiano Zenoni, Montolivo, Pazzini, Rolando Bianchi, Padoin, Pinardi, Pelizzoli, Zappacosta, Caldara, Kessie, Gagliardini, Bastoni, Andrea Conti, Colpani, Carnesecchi. Per dire.
Oggi, l’eldorado Vivaio Atalanta a Zingonia si chiama Accademia Favini e Roberto Samaden che dopo 33 anni di splendido lavoro all’Inter, due stagioni fa decise di accettare la proposta di Percassi, è il degno erede del Mago di Meda. La seconda decisione di Percassi, quel 4 giugno 2010, è la nomina quale amministratore delegato dell’allora trentenne figlio Luca, classe 1970, anche lui cresciuto nel settore giovanile, un’indimenticabile esperienza nel Chelsea di Vialli prima di dedicarsi alla carriera manageriale che ne ha fatto uno dei migliori dirigenti del calcio italiano. Luca il Delfino vanta dieci utili consecutivi di bilancio; ha apposto la sua firma in calce ai più clamorosi colpi di mercato e alle plusvalenze record (citando le dieci più ricche: Hojlund, +56,8 milioni di euro; Retegui, +47,6 milioni; Koopmeiners +44,4 milioni; Kulusevski +35,5 milioni; Romero +35 milioni; Bastoni +31,1 milioni; Kessie + 30,5 milioni; Gosens +26,23 milioni; Andrea Conti +24,4 milioni; Gianluca Mancini + 22,1 milioni).
Un altro capolavoro di Antonio & Luca è la ristrutturazione dello stadio di Bergamo, 23.439 posti a sedere, oggi NewBalance Arena, la multinazionale americana dal fatturato 2024 di 7,7 miliardi di euro che, per la prima volta nella sua storia, ha legato il proprio marchio all’impianto di una squadra di calcio, dopo esserne diventata lo sponsor tecnico dal primo luglio scorso. Nello stadio, inaugurato nel 1928, acquistato dal Comune di Bergamo il 17 ottobre 2017, il giorno dei suoi 110 anni, l’Atalanta ha investito 100 milioni di euro, cinque anni di lavori, con lo stop imposto dalla pandemia, realizzando un’opera che ha ricevuto i complimenti dell’Uefa, è diventata l’autentica bomboniera del tifo, conta 21 esercizi commerciali, il centro Habilita per la cura e il recupero post infortunistico a disposizione della squadra e della cittadinanza, prossimamente il museo societario. Nel centro sportivo Achille e Cesare Bortolotti di Zingonia, invece, la Dea ha investito oltre 30 milioni, rendendolo di assoluto livello europeo.
Gasperini e Juric
L’Atalanta comincia a saltare in alto nell’estate del 2016, quando Percassi ingaggia Gasperini che alle spalle ha il bruciante esonero interista, e la tumultuosa esperienza nel Palermo zampariniano. A Bergamo, Gian Piero parte male: 4 sconfitte nelle prime 5 partite, ma il giorno prima del Napoli, a Zingonia piomba Percassi e dice alla squadra: vinciate o perdiate, sappiate che l’allenatore è e rimarrà Gasperini. Il quale fa subito la rivoluzione: dentro i giovani Conti, Petagna, Caldara, Gagliardini, Grassi. Segna Petagna, la Dea vince e decolla. In nove anni, Gasp arriva quarto, settimo, tre volte terzo, ottavo, quinto, quarto, terzo e coniuga la scalata in Italia all’irresistibile ascesa internazionale.
Cambiano gli interpreti, non cambia il copione del tecnico di Grugliasco: pressing forsennato, marcatura uomo su uomo a tutto campo, esterni offensivi che fanno avanti e indietro a perdifiato e vanno anche in gol, attaccanti che segnano a valanga (da Zapata a Retegui passando per Scamacca). Nell’ultima stagione bergamasca, Gasp balza addirittura al comando, ma, eliminato dal Bruges nel playoff di Champions, a tredici giornate dalla fine annuncia: “Non rinnoverò il contratto“. In realtà l’ha già fatto mesi prima, scadenza 2026 con opzione sul 2027. Il fatto è che la Roma è alla finestra da tempo e alla Roma, Gasperini andrà, mentre l’Atalanta si incarta, perde troppi punti in casa e alla fine arriva terza. Transeat.
Contro le perplessità di molti e contro i pregiudizi di tanti, i Percassi scelgono Juric che alle spalle ha l’annata negativa vissuta fra Roma e Southampton, ma ogni allenatore sa che nell’arco della carriera si possono vivere stagioni negative. L’importante è avere la forza di rialzarsi. Ivan ce l’ha: primo allenatore al debutto sulla panchina nerazzurra a rimanere imbattuto nelle prime sei partite di campionato, è a +3 rispetto a un anno fa, quando l’Atalanta era dodicesima e oggi è sesta, nonostante la sistematica emergenza che ha dovuto fronteggiare anche contando 9 indisponibili. E in Champions League, smaltita la botta in casa Psg, subito la vittoria sul Bruges, l’obiettivo di entrare almeno nei playoff.
Ahanor e Bernasconi
Juric viene considerato il migliore allievo di Gasperini. In realtà, sta cambiando pelle all’Atalanta: il gioco è più ragionato, la capacità di gestire la partita ha soppiantato la frenesia di segnare a ogni costo; l’azione degli esterni è costante, però sullo scacchiere trovano posto la classe e la fantasia di Samardzic, mentre Sulemana e Lookman possono coesistere e Ademola deve soltanto recuperare il tempo perduto nell’estate tormentata e tormentosa che ha voluto vivere.
E poi ci sono i giovani e giovanissimi che Juric non esita a lanciare in orbita: Honest Ahanor, 17 anni, primo 2008 a debuttare in Serie A nelle fila del Genoa, dal quale l’Atalanta l’ha prelevato pagando 20 milioni per il suo cartellino; impressionanti il talento, la disinvoltura che appartiene solitamente ai veterani, coniugata alla spregiudicatezza della sua verdissima età.
A ruota, Lorenzo Bernasconi, 21 anni, due presenze da titolare in Champions che hanno preceduto l’esordio in campionato nella formazione iniziale. E come non citare Scalvini, 21 anni, 111 presenze in A e 8 in azzurro che sarebbero state molte di più, se per due volte non si fosse gravemente infortunato; Musah, 22 anni; Kamaldeen Sulemana, Samardzic e Zalewski, 23 anni, 144 presenze in A e 31 nella Polonia; De Ketelaere e Maldini, 24 anni; Brescianini, Bellanova, 25 anni come Carnesecchi, che sta vivendo un’altra stagione da Nazionale. L’Atalanta di Juric ha un’età media di 26,15 anni e allinea la seconda rosa più giovane degli ultimi sette anni, corroborata dai veterani de Roon, Djimsiti, Zappacosta e Pasalic.
Ha 118 anni, la Dea della corsa, ma ha tutto per continuare a correre sempre più lontano.