Perché Sinner è più unico che raro

La sconfitta di Sinner agli US Open è stata inaspettata perchè non c’erano state avvisaglie. Tutt’altro. Il cammino di Jannik sino alla finale era stato poderoso. Nell’ordine, ha nettamente sconfitto Kopryva nel primo turno; Popyrin nel secondo; Bublik nel terzo. Il kazako l’aveva superato ad Halle, ma a Flushing Meadows è stato letteralmente annientato da Sinner. Al punto di affermare: “Io non sono così scarso, ma tu sei così bravo che è come se fossi stato creato dall’intelligenza artificiale“. A seguire, il fuoriclasse altoatesino si è aggiudicato in scioltezza il derby con Musetti (mai, a livello di quarto di finale Slam, c’era stata una sfida tutta azzurra) il quale, dopo essere stato sconfitto, ha cavallerescamente riconosciuto il valore dell’avversario: “Jannik è stato impressionante. Mi ha battuto in tutto“. E, sebbene la semifinale con Auger-Aliassime sia stata più impegnativa rispetto alle sfide precedenti (soprattutto nel secondo set ed è durata 3 ore e 21 minuti) e nonostante i dolori agli addominali, Sinner ha avuto ancora una volta la meglio.
Perché ha perso in finale con Alcaraz? L’ha spiegato bene Jannik: “Ho dato il mio meglio, ma non potevo fare di più. Sono stato troppo conservativo, devo uscire dalla mia zona di comfort e variare o sperimentare di più, voglio diventare un giocatore migliore e più imprevedibile. Alcaraz ha meritato: ha gestito la situazione meglio di me, ha alzato il livello quando serviva. Sono orgoglioso della mia stagione, ma lui ha giocato meglio di me Io non ho servito al meglio e quando servi meno del 50% di prime hai sempre pressione“.
Le ripercussioni
Molte e tutte in chiave positiva, grazie alla straordinaria capacità sinneriana di imparare anche dalle rare sconfitte. Quando avverte che deve uscire dalla zona comfort, Jannik deve diventare più imprevedibile, a cominciare dal serve and volley. È, questa, la tattica offensiva in base alla quale il giocatore esegue il servizio e si sposta rapidamente a rete per colpire la pallina al volo, in volée o in smash. Come dire che dobbiamo aspettarci un azzurro sempre più votato al gioco d’attacco. E sarà un bel vedere.
La rivalità con Alcaraz
Chi ama il tennis, è fortunato a vivere al tempo di Alcaraz & Sinner, nel rigoroso ordine dettato dalla classifica Atp post Us Open così come, per 65 settimane di fila la gerarchia era stata Sinner & Alcaraz. Allo stesso modo, grande è stata la fortuna di essere testimoni dell’era Fab Three. Carlos & Jannik non potrebbero essere più diversi, sia sotto l’aspetto caratteriale (tanto estroverso il primo quanto fermo padrone delle proprie emozioni il secondo) sia nell’ambito squistamente tecnico.
Il gioco dello spagnolo è più aggressivo, scandito dall’esplosività dei colpi, sorretto in questo periodo da un’invidiata e invidiabile condizione atletica, attrezzato dal bagaglio di potenti servizi e diritti. L’italiano risponde con un gioco più solido, dalla capacità di mantenere il controllo nelle situazioni più ardue e una continuità di rendimento spaventosa, attestata dalle 65 settimane consecutive in vetta al ranking Atp, nonostante l’assurda e ingiustificata sospensione di tre mesi comminatagli dalla Wada, ad onta della conclamata innocenza nel caso Clostebol.
Alcaraz ha sorpassato Sinner in testa alla classiifa Atp, epperò i numeri ci dicono trattarsi di una situazione contingente, tale da pensare che il controsorpasso sia possibile. Nel 2025, i Duellanti hanno vinto 2 Slam a testa; a causa dello stop impsto a Sinner, Alcaraz ha disputato 13 tornei rispetto ai 7 del rivale. Il primo ha conquistato 10.540 punti, il secondo 7.950: la media punti conquistati/ tornei giocati dice: Sinner 1.136, Alcaraz 811. Questa avvincente rivalità terrà banco per molti anni a venire.
Sinner è già storia. Ma dove può arrivare?
Jannik Sinner ha compiuto 24 anni il 16 agosto scorso. È un autentico fenomeno che si è già consegnato alla storia dello sport italiano. È il tennista tricolore più vittorioso di sempre: 20 titoli Atp, 4 Slam, 4 tornei Masters 1000, una Atp FInals. È stato il primo italiano a vincere il torneo di Wimbledon nel 2025 dopo l’Australian Open e l’Us Open nel 2024. Con l’Italtennis ha conquistato la Coppa Davis 2023 e 2024. In singolare conta 300 vittorie e 85 sconfite (77,92 % di successi).
La sua grandezza è resa ancora più evidente dalla resilienza con la quale ha sopportato il caso Clostebol, gli attacchi mediatici, il fango riversatogli addosso dai conigli del web e da alcuni biliosi e frustrati colleghi che non potrebbero manco fargli da raccattapalle. Per non dire di chi, malinconicamente uscito dalla ribalta, ha propalato dubbi e insinuazioni basate su un’inaccettabille disinformazione. Sinner è un autentico gigante, in campo e fuori dal campo, sebbene debba sopportare la fortissima pressione di quelli che vorrebbero vincesse sempre e comunque. Il traguardo di un numero di Slam in doppia cifra a fine carriera è assolutamente alla sua portata.
L’età dell’oro del tennis italiano e il confronto col sistema calcio
Due italiani nella Top 10 Atp, nove nella Top 100 (dopo gli Us Open, nell’ordine: N.2 Sinner, N.9 Musetti, N.25 Cobolli, N.30 Darderi, N.44 Sonego, N.58 Berrettini, N.65 Bellucci, N.73 Arnaldi, N.84 Nardi). Nel doppio, la catena di successi firmata Cobolli e Vavassori. In campo femminile, il boom di Jasmine Paolini, attualmente N.8 Wta (Bronzetti N.64, Cocciaretto N.92). Nel doppio della coppia Errani-Paolini (uno Slam, l’oro ai Giochi di Parigi). Nel doppio misto, Errani e Vavassori hanno appena rivinto lo Us Open bissando il successo del 2024. Tuttavia, non è solo questione di risultati e di campioni, trainati dal travolgente Effetto Sinner.
L’Età dell’Oro affonda le radici nell’organizzazione, nella programmazione e nella promozione del movimento gestita dalla Fitp presieduta da Angelo Binaghi, l’autentico demiurgo del tennis italiano. Punti forti: reinvestimento dei ricavi degli Internazionali d’Italia e dei diritti televisivi nella promozione scolastica; sostegno alla realizzazione di nuovi impianti; abolizione della tassa federale per le società; crescita esponenziale dei circoli (oltre duemila) e dei tesserati (sfondato il muro del milione: nel 2024 risultavano 1.151.769, con un incremento del 266% nell’arco di quattro anni e nei primi otto mesi del 2025 la crescita non si è mai arrestata; il Modello Torino delle Atp Finals, che potrebbero rimanere in Italia sino al 2030; i trionfi in Coppa Davis, della cui fase finale 2025 sarà teatro Bologna (18-23 novembre).
Intanto, il Sistema Calcio paga pesanti pedaggi all’invasione straniera in Serie A che frustra la crescita dei talenti tricolori, a detrimento della Nazionale; agli insopportabili ritardi nella costruzione di nuovi stadi; ai troppi bilanci in rosso di troppe società; alle mancate riforme dei campionati professionistici, eccetera eccetera. E alla mancanza di un simbolo equivalente a Jannik Sinner. Più unico che raro.