Lookman, la lezione che l’Atalanta ha dato al mercato
Chi l’ha detto che i giocatori e i procuratori possono sempre rompere i contratti impunemente, come se fossero carta straccia? Lookman e associati hanno imparato a proprie spese che non funziona così. Per informazioni, chiamare Zingonia, Centro Sportivo Achille e Cesare Bortolotti e chiedere di Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta. Imponendo al Pallone d’Oro africano di onorare il vincolo liberamente sottoscritto sino al 30 giugno 2027, con opzione 2028, la Dea ha impartito un’illuminante lezione di rispetto delle regole.
È scaturita dalla forza di una società che non si è piegata alle bizze del calciatore, scomparso per due settimane senza dare notizie di sé, senza dare una giustificazione (tant’è vero che verrà pesantemente multato), un anno fa incapricciatosi del Psg e quest’anno dell’Inter. Che avrebbe voluto ingaggiarlo, ma non alle condizioni dei bergamaschi. Sino a prova contraria, è la società proprietaria del cartellino a fissare il prezzo di una cessione e non la società che aspira ad acquistarlo, evidentemente male informata da chi pensava che l’operazione sarebbe stata una passeggiata di salute.
Percassi ha tenuto duro, non si è mosso di un millimetro dalla linea intransigente adottata sin dal primo momento, osservando un silenzio eloquente, con il passare dei giorni divenuto assordante per le orecchie di Lookman. Il quale è tornato a Zingonia e si allenerà da solo fino a nuovo ordine. Sarà l’Atalanta a decidere se rimetterlo a disposizione di Juric o cederlo al miglior offerente. Intanto, l’Eroe di Dublino potrebbe fare tre cose: allenarsi, allenarsi, allenarsi. Considerato tutto il tempo che ha perso, gli conviene.
